Ansia

Stati d’ansia generalizzata, attacchi di panico, ansia sociale, fobie supporto per gestire l’apprensione e recuperare serenità.

Secondo il DSM-5, l’ansia è definita come uno stato di preoccupazione e paura eccessive, persistenti, che interferiscono in modo significativo con la vita quotidiana. Può manifestarsi in molte forme: ansia generalizzata, attacchi di panico, ansia sociale, fobie specifiche. Al di là delle categorie diagnostiche, ciò che accomuna queste esperienze è la sensazione di allarme costante, come se dentro di sé ci fosse un segnale che non si riesce a spegnere. Nel vissuto di chi la sperimenta, l’ansia somiglia a un sistema di allerta che non trova tregua: il corpo rimane in tensione, il respiro si fa corto, il cuore accelera, la mente immagina scenari catastrofici e cerca di controllare ogni dettaglio per prevenire il peggio.

Il sonno si frammenta, le relazioni diventano fonte di timore o di vergogna, e spesso ci si isola per evitare il giudizio o la possibilità di sbagliare. L’ansia può trasformarsi così in una prigione invisibile: ci si ritira dagli impegni e dalle situazioni temute, ma proprio quell’evitamento finisce per rafforzare la paura che si voleva tenere lontana. Nell’Analisi Transazionale, l’ansia è vista come un segnale complesso che nasce da una disarmonia tra gli stati dell’Io. A volte è il Bambino interiore a sentirsi sopraffatto e spaventato, senza la presenza rassicurante di un Adulto capace di contenere e calmare. Altre volte, è la voce del Genitore Critico a innescare la spirale dell’ansia, con messaggi interiori del tipo “devi stare attento”, “non devi sbagliare”, “non puoi rilassarti”. In questi casi, l’ansia non è un nemico, ma il tentativo di una parte di sé di mantenere il controllo e di proteggere dal rischio di soffrire ancora. Nel percorso terapeutico, l’obiettivo non è “eliminare l’ansia”, ma comprenderla e trasformarne il significato. Aiuto la persona a dare voce al dialogo interno che si attiva nei momenti di paura, a chiedersi: “Chi sta parlando dentro di me quando ho paura? Quale parte di me cerca di proteggermi? Quale emozione sto evitando di sentire?”.

Quando queste parti vengono riconosciute e ascoltate, l’ansia smette di essere un rumore caotico e diventa un linguaggio che si può decifrare. A volte l’ansia parla di antiche insicurezze, di bisogni di approvazione, di ferite relazionali mai elaborate. Altre volte segnala una tensione tra ciò che si desidera e ciò che si pensa di dover essere. In ogni caso, lavorare sull’ansia significa restituire voce e ruolo all’Adulto interiore, affinché possa dialogare con il Bambino spaventato e con il Genitore Critico, ristabilendo equilibrio e senso di sicurezza. L’ansia non sparisce da un giorno all’altro, e non dovrebbe essere trattata come un nemico da zittire. Può però trasformarsi da ostacolo paralizzante in una bussola preziosa, che indica ciò che dentro di noi chiede attenzione, cura e trasformazione.

Quando impariamo ad ascoltarla, scopriamo che l’ansia può diventare un alleato sottile: un messaggero che ci invita a rallentare, a cambiare rotta, a prenderci cura di parti di noi rimaste troppo a lungo senza ascolto. In questo senso, l’obiettivo del percorso non è liberarsi dell’ansia, ma imparare a dialogarci, a riconoscerla come una forma di intelligenza del corpo e dell’emozione. Quando la paura trova un linguaggio, può finalmente perdere la sua forza dirompente. E allora l’ansia non è più soltanto il sintomo di qualcosa che non va, ma diventa una via — spesso faticosa ma profondamente trasformativa — per ritrovare equilibrio, presenza e fiducia nella vita.

Il mio approccio non è legato a un unico modello teorico: integro strumenti e tecniche diversi, includendo anche i concetti dell’Analisi Transazionale, che permettono di leggere i modelli relazionali e le dinamiche emotive profonde. Il mio obiettivo è costruire percorsi personalizzati che aiutino le persone a comprendere se stesse, a gestire meglio le emozioni e a recuperare benessere ed equilibrio.